Content marketing e influencer marketing vanno a braccetto in fatto di popolarità in questo periodo.
Se parlo a mia madre di influencer, pensa sicuramente a qualcosa di stagionale ed estremamente virale, ma niente a che fare con il nostro universo digitale!
Il suo sarebbe, piuttosto, un universo fatto di microbi, antibiotici e antipiretici. Etciuuuuù! Va beh, diciamo che sono stata contagiata anche io.
Ok, naso soffiato, adesso torniamo a noi. Ti stavo parlando degli influencer e del loro valore per la tua strategia digitale – loro, beh, volendo anche tuo. Sì, perché anche tu puoi diventare un personaggio influente della rete, o magari lo sei già 🙂
Il prosumer
Partiamo dalla rivoluzione 2.0, partiamo dal momento in cui anche tu, oltre ad essere mero fruitore di contenuti hai cominciato a produrli, diventando così un prosumer. Il termine ‘prosumer’ nasce dalla crasi di ‘producer’ e ‘consumer’ e indica proprio quello che siamo noi adesso al cospetto del web: produttori e consumatori di contenuti. Ma cosa produciamo? Scriviamo e condividiamo contenuti di ogni tipo: recensioni, foto, video, post, infografiche, e tutto quello che la nostra creatività ha voglia di partorire. Siamo utenti consapevoli che oltre ad apprendere e informarci, vogliamo dire la nostra online.
Da prosumer a influencer…
… il passo è breve, se i contenuti e il coinvolgimento sono davvero di qualità. Se infatti riesci a costruire una tua community di seguaci che commentano, condividono e danno eco alla tua produzione di contenuti di valore, rischi davvero di diventare un opinion leader, una persona influente in grado di condizionare le scelte degli altri. Se poi sei bravo a promuoverti, pensando a te stesso come una marca, facendo quello che si chiama personal branding, l’autorevolezza è assicurata.
Blogger a tema
Se ti dico Mariano di Vaio, Chiara Ferragni, Sonia Peronanci, Clio, Chiara Maci, e molto probabilmente ami la moda, il make up o la cucina, sai di chi sto parlando. Parlo di blogger o vblogger diventati noti, anche offline, grazie al seguito ottenuto online. Persone che sono diventate punto di riferimento per comunità di utenti, in grado di condizionare gli acquisti (perché delle loro recensioni di esperti ci fidiamo, vero?) e di aiutare i marchi commerciali – o la loro persona – ad affermare ancora di più la propria presenza online.
Ma qual è il vantaggio rispetto al tradizionale testimonial?
Il vantaggio è che il nostro influenzatore digitale è un produttore di contenuti con un seguito di milioni di persone. Questo significa che ogni volta che si fa una foto indossando l’abito di Tizio o prepara la ricetta con la salsa di pomodoro di Caio, Tizio e Caio ricevono la visibilità che magari, lavorando con i propri budget di marketing, avrebbe richiesto tempi decisamente più lunghi e costi più alti.
Chi possiamo considerare influencer?
Ovvero, chi è in grado di influenzarci e trasferirci il virus? Sicuramente possiamo includere queste 4 categorie, ma se te ne vengono in mente altre…. condividi il virus!
- VIP e personaggi famosi
- Blogger e YouTuber
- Altri utenti
- Amici
Ma perché hanno tanto valore le opinioni degli altri? Ah, bella domanda esistenziale! Forse perché il consiglio di un esperto, il suggerimento di un amico o la dritta del consulente possono aiutarci a scegliere con maggiore attenzione, spesso evitando fregature e delusioni.
Riassumendo, eccoti 5 buoni motivi per andare a caccia di influencer:
- Influenzano l’opinione della rete
- sono in grado di innescare dinamiche di propagazione virale, grazie alla community che ruota loro intorno
- producono contenuti e li diffondono nei loro canali
- sono consumatori attivi, propensi alla sperimentazione di nuovi prodotti o servizi
- sono realmente appassionati e esperti del mercato di cui si occupano
Prossimamente ti racconteremo come scovarli, valutare la loro popolarità e, più in generale, misurare l’efficacia dell’influencer marketing.
Stay tuned 🙂