L’apparenza inganna, in certi casi è proprio opportuno dirlo. E quando si parla di messaggi pubblicitari è giusto non fermarsi al primo sguardo.
In televisione, sul web, per strada, ovunque i tuoi occhi sono inevitabilmente attratti da miriadi di pubblicità. Sai bene che il loro scopo è indurti a acquistare o, più in generale, a compiere un’azione, ma qualcosa di quegli annunci ti sfugge a prima vista.
Quello che vedi, infatti, è davvero quello che c’è?
Un’occhiata più attenta e minuziosa, quasi analitica, può farti accorgere di cose che non noteresti. Quelli che apparentemente sembrano consigli commerciali, in realtà, possono nascondere – e anche molto bene – messaggi subliminali da non sottovalutare.
Ma per quale scopo vengono inseriti? E soprattutto cosa contengono?
Per rispondere a queste domande torno indietro al 1957, quando compare il primo messaggio subliminale della storia. Un ricercatore di mercato, James Vicary, durante la proiezione di un film in una sala cinematografica, riesce attraverso un’apparecchiatura chiamata tachistoscopio a far apparire sullo schermo ogni cinque secondi messaggi come «Hungry? Eat Popcorn!» o «Drink Coca Cola». Flash a scopo pubblicitario di pochissimi istanti proiettati senza che gli spettatori se ne accorgano. Il risultato (casuale o non)? Incremento delle vendite di popcorn e di Coca Cola.
È lo stesso Vicary a coniare il termine subliminale (dal latino sub sotto, limen soglia), per designare questa tipologia di messaggi percepiti a livello inconscio, al di sotto del limite della cognizione. Non sono subito evidenti, ma sono comunque in grado di attivare, senza che tu ne sia consapevole, i tuoi impulsi primari. Esattamente come è successo a quegli spettatori, invogliati a mangiare più popcorn e bere più Coca Cola.
Nel tempo, all’aspetto prettamente consumistico dell’elemento subliminale, se ne sono aggiunti altri che hanno assunto significati ben diversi.
Guarda questa immagine.
Una scuola di danza pubblicizza i suoi corsi. Noti qualcosa di ambiguo nelle due figure danzanti? Forse non alla prima occhiata, ma guardando più attentamente ti accorgerai che quei due ballerini stilizzati danno forma a un busto femminile nudo. Una coincidenza fortuita?
Osserva ancora come viene abilmente camuffato un particolare decisamente suggestivo.
Questa è la pubblicità di un famoso doccia schiuma. Una ragazza si lascia coccolare dal delicato tocco del sapone sponsorizzato, ma il braccio che le tiene la gamba non è il suo. È un braccio maschile!
Tante sono state le marche che hanno inserito nelle sue pubblicità dei messaggi un po’ ambigui.
Una siluette di una donna di colore o due semplici gelati al cioccolato? Algida ha voluto giocare con luci e ombre proprio per generare il messaggio subliminale stesso. È un messaggio perfetto: alcuni lo notano subito, altri no.
“Più ci giochi, più diventa duro” … alquanto ambiguo no?
Questa vecchia illustrazione nasconde un simpatico messaggio subliminale. Non lo vedete? Capovolgete l’immagine!
Questo è un po’ più difficile da individuare.
Nell’immagine si può osservare il famoso cammello della Camel. Non notate niente di strano?
Quale contenuto quindi se non quello sessuale per attirare a tua insaputa la tua attenzione? Chi fa pubblicità sa quanto è efficace una comunicazione persuasiva e ha studiato accuratamente la relazione esistente tra l’impulso sessuale e il consumo e l’ha sfruttata per catturare le masse e incentivare gli acquisti.
Benché già l’esperimento di Vicary all’epoca abbia sollevato dubbi e ancora oggi non sia stata dimostrata un’effettiva influenza di questi messaggi subliminali nei tuoi comportamenti di consumatore, vuoi o non vuoi, in qualche modo qualcosa nella tua testa viene “stuzzicato”. Il cervello infatti memorizza ogni informazione inconscia che riceve e questo dato latente può manifestare il suo ascendente nelle tue scelte anche a distanza di tempo.
Se pensi di aver acquistato un prodotto per una sua qualità, beh, adesso sai che non è stato solo così: il tuo inconscio l’ha scelto per un particolare che non ti è saltato subito agli occhi.
Chissà, magari d’ora in poi ogni volta che vedrai un messaggio pubblicitario andrai a cercare il dettaglio nascosto. Un bene? Un male? O semplicemente una presa di coscienza?
Hal Becker, inventore del tachistoscopio, sostiene:
Non vedo perché non debbano esistere dei condizionatori del pensiero quando esistono condizionatori d’aria
A questo punto giudica tu.