Oggi, 27 gennaio 2018, è la giornata in cui vengono commemorate tutte le vittime dell’Olocausto. La data scelta, non è casuale ma corrisponde al giorno in cui, nel 1945, le truppe dell’Armata Rossa liberarono il campo di concentramento di Auschwitz, il più tristemente noto a causa degli orrori che vi furono commessi.In questo giorno, ho deciso di presentarvi lo “Yad Vashem” che ho visitato questa estate durante il mio pellegrinaggio a Gerusalemme.
Cosa è lo Yad Vashem?
Lo Yad Vashem è l’ente nazionale per la memoria della Shoah che, tramite i suoi archivi, la biblioteca, una scuola e i musei, ha il compito di preservare la memoria delle sei milioni di vittime della Shoah.
Il suo nome deriva da un passo del profeta Isaia 56:5 che dice “concederò nella mia casa e dentro le mie mura un memoriale e un nome (yad vashem) … darò loro un nome eterno che non sarà mai cancellato“. L’ essenza stessa del memoriale si contrappone a quella che era stata la volontà dei nazisti ovvero di eliminare per sempre la razza ebraica. In questo luogo si vuole invece fare l’opposto: tramandare in eterno i nomi di tutti i morti.
La forma del museo è una mezza stella di David, a simboleggiare e ricordare che la popolazione ebraica fu dimezzata a causa dell’Olocausto. All’interno è presentata la storia del nazismo e dell’odio nei confronti della popolazione ebraica evi è una parte dedicata ai campi di sterminio e alle metodologie usate per massacrare gli ebrei. Particolarmente sopra la teca di vetro dove sono ammassate le scarpe di vittime dell’Olocausto.
La parte finale è costituita dalla Sala dei Nomi. Sono due coni, uno sospeso in aria e l’altro incastonato a terra e riempito di acqua . Sul cono in alto sono presenti delle foto delle vittime e tutto intorno vi è enorme archivio che custodisce audio, video e testimonianze dei sopravvissuti. Mentre ero lì ho ascoltata una guida che raccontava la volontà di raccogliere in quel luogo tutte le testimonianze delle vittime ma che di molte ancora non era stata trovata nessuna traccia.
Uscendo ci si trova nel “Giardino dei Giusti” in cui viene piantato un albero per tutti i non ebrei, chiamati appunto i Giusti tra le Nazioni, che hanno aiutato gli ebrei, rischiando le loro vite, durante la Shoah. Esiste una specifica commissione che, tramite criteri prestabiliti dallo stato di Israele, riconosce e onora questi uomini. Per l’Italia sono presenti circa 682 giusti tra cui Giorgio Perlasca, Carlo Angela ( padre di Piero e nonno di Alberto Angela) e Gino Bartali.
Sempre all’esterno ci sono altri due memoriali : uno è “dedicato” ai campi di concentramento, l’altro memoriale è una sala buia, illuminata da tante candele quanti sono i bambini e ragazzi morti nei campi di concentramento. Mentre si attraversa il memoriale una voce rivela i nomi e l’età dei ragazzi morti.