Content Marketing: funzionava anche senza il web

prima -Michelin-Guida

Adesso si parla tanto, tantissimo di content marketing. Dopo  9 anni che bazzico, studio, analizzo – ovviamente dall’altra parte dell’oceano –  quella che per me è una filosofia più che una tecnica di marketing, finalmente il content marketing è arrivato  anche in Italia. Non sempre interpretato e compreso correttamente, però.

Molta gente crede che il content marketing sia una tecnica di blogging che prevede la redazione di contenuti in ottica SEO friendly, un qualcosa che ‘ha a che fare’ con il web e con il posizionamento organico nella SERP di Google. Non è proprio così, #sapevatelo.

Le forme e i canali che tocca il content marketing vanno ben oltre la redazione di un contenuto di qualità. E, senti qui, il Content Marketing ha già superato i 120 anni, il che significa che esisteva (ed esiste ancora) anche fuori dalla rete!

Tantissimi brand, nel passato – prima che Tim Berners Lee inventasse internet –  hanno raggiunto il successo e consolidato la propria reputazione grazie al contenuto (non solo testuale!).

Il content marketing nel passato

Ti voglio presentare 5 esempi di content marketing di successo, prima della rivoluzione del world wide web.

      1. Michelin
        Nel 1900, una azienda francese di pneumatici pubblica una guida di 400 pagine per fornire agli automobilisti indicazioni utili per i propri  viaggi in Francia. La guida include informazioni su come fare manutenzione alle automobili, dove trovare alloggio, dove mangiare, dove poter fare rifornimento e, ovviamente, comprare pneumatici in caso di foratura (indovina un po’ di che marca?)… hai già capito dove voglio arrivare, vero? Ma sì, certo, sto parlando di quella che dal 1920 sarà pubblicata e distrIbuita come Guida Michelin!
      2. Procter and Gamble
        Siamo nel 1930, Procter and Gamble produce sapone. Ma come fare a pubblicizzare il sapone in maniera disruptive, per dirla all’americana? Sponsorizzando drammi radiofonici e televisivi rivolti al pubblico femminile. Il 4 dicembre 1933, alle 03.00 su Red Network della NBC, viene mandato in onda il primo episodio di Oxydol’s Own Ma Perkins, la prima serie radiofonica sponsorizzata…. E fu così che nacquero le Soap Opera!
      3. Nike
        Bill Bowerman, fondatore del brand, nel 1966 dopo aver visto un club di jogging in Nuova Zelanda, si convince dell’importanza di questa attività fisica e decide di volerla divulgare negli Stati Uniti. Insieme a un cardiologo scrive l’opuscolo Jogging e lo distribuisce anche grazie alla collaborazione di importanti atleti professionisti. Il risultato? Boom del jogging negli anni ’70, con collegamento indiretto a – guarda un po’- una delle aziende che produce le scarpe ideali per praticare questa attività fisica. La strategia di Nike, in questo caso, è costruita su un bisogno* percepito: non quello di acquistare le scarpe, ma quello di fare attività fisica (jogging). Ovviamente per soddisfare quel bisogno le persone hanno bisogno di ‘scarpe da jogging’ e guarda caso Bowerman le produce. Semplice, ma non banale.
        *Sul concetto di bisogno, guarda questo esempio tratto dal film The Wolf of Wall Street con il premio Oscar – sì! ce l’ha fatta 🙂 – Leonardo di Caprio.
      4. Hasbro
        La seconda società statunitense produttrice di giocattoli dopo Mattel. Nel 1982 Hasbro firma un accordo con la Marvel Comics che rivoluziona il settore dei giocattoli: Marvel crea una serie a fumetti G.I. Joe e Hasbro una  gamma di giocattoli correlata. In seguito vengono sviluppate mini serie televisive animate e video giochi che contribuiscono notevolmente alla vendita dei giocattoli.
        Questo è un esempio di come le strategie cross-channel  erano (e sono) sempre vincenti: i bambini comprano il giocattolo perché leggono il fumetto/guardano la serie TV o viceversa.
      5. Live Vault
         Il 21 febbraio 2005 Live Vault, fornitore di servizi di back up, vuole promuovere il servizio di back up su disco di dati aziendali. Ma come fare per raggiungere i professionisti IT? Su consiglio di Jeff Weiner, crea un video con John Cleese (il celebre attore americano di Un pesce di nome Wanda). Il video ha un titolo inquietante Institute for Backup Trauma. Un video divertente che viene inviato a 150.000 destinatari di posta (You Tube nasce il 14 febbraio 2005, pochi giorni prima) e diventa subito virale, con 250.000 download in 2 mesi e un media di 10.000 download alla settimana, dopo soli 10 mesi.

Di casi come questi ne conosciamo tanti.

Pensaci. Sono più di 100 anni che le aziende raccontano storie per attrarre e fidelizzare i clienti, che costruiscono e giocano intorno al proprio segmento in modo raffinato, sottile e, spesso, indiretto.

Qual è il vantaggio di questa tattica? Il vantaggio nasce dal fatto che gli utenti, i clienti, non si stancano mai di ricevere informazioni utili di supporto alla propria quotidianità, dentro e fuori dal lavoro.E più le aziende contribuiscono a (in)formare i propri utenti, in modo divertente e/o professionale, più questi ultimi seminano un buzz positivo nella conversazioni intorno a quel brand.

Il content marketing non è solo il presente e il futuro del marketing, è anche il suo passato.

Storia del content marketing

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