Ognuno ha il suo colore preferito, il nostro è sicuramente quello che campeggia con gran classe nel logo di Buzzword, ma…c’è chi preferisce il verde! Già, perché la moda del momento vuole che sia proprio il green a farla da padrone. Che poi, non è che piaccia sul serio proprio a tutti, molti lo usano più che altro per darsi una bella “rinfrescata”! L’avrai già capito, in questo puntata dello show che dà voce a tutti i contenuti parliamo di GREENWASHING.
Wikipedia ci suggerisce una definizione che non va tanto per il sottile, lo chiama infatti: ecologismo di facciata. Sta ad indicare quella strategia di comunicazione di certe imprese, organizzazioni o istituzioni politiche finalizzata a costruire un’immagine di sé ingannevolmente positiva sotto il profilo dell’impatto ambientale, allo scopo di distogliere l’attenzione dell’opinione pubblica dagli effetti negativi per l’ambiente dovuti alle proprie attività o ai propri prodotti.
Il tema, non c’è che dire, è più che mai caldo e non soltanto per le temperature record registrate in queste settimane. Il bello è che non si tratta di una strategia poi così nuova. Sapevi che già negli anni ’80 il greenwashing veniva utilizzato dalle aziende? Ne parliamo più approfonditamente in “Geniale!”.
Altra notizia succulenta è che esistono washing di tutti i colori. Ebbene sì, perché la necessità di alcuni brand di ripulire i propri misfatti spazia dal purplewashing, al pinkwashing (entrambi riconducibili a temi legati ai diritti delle donne), fino al rainbow-washing (lgbtq+), passando per il redwashing (legato a temi di inclusione sociale e simili.)
Se sei un appassionato buzz-ascoltatore sarai già abituato a vederne di tutti i colori, ma questa volta il significato è proprio letterale. Se invece è la prima volta che ti imbatti nel nostro podcast, sappi che puoi seguirci su Facebook e Instagram, seguendo @buzzwordpodcast.
Veniamo alle attese rubriche di Buzzword:
- Per “Geniale!”: l’idea del 1986 per le catene alberghiere di Jay Westerveld
- Per “Contaminazioni”: il Jova Beach Party e la polemica degli ecologisti che lo hanno definito “greenwashing concert.”
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