Quand’è stata l’ultima volta in cui ti è capitato di dover scappare via da un negozio perché al suo interno c’era della musica ad alto volume e non vedevi l’ora di andartene? Scommetto che invece di sicuro ricordi il sottofondo musicale di quel ristorantino che ti piace tanto, giusto? La musica oggigiorno non è più semplice intrattenimento, ma una vera e propria arma di business in grado di dare nuova forma ad un brand e influenzare i nostri acquisti. Non ci credi?
Partiamo dalle basi! Il senso dell’udito gioca un ruolo importante nella vita di ciascuno di noi. L’udito è allo stesso tempo percezione istantanea e ricordo, presente e passato. Più o meno inconsciamente non ci dimentichiamo mai il suono di un luogo e questo dettaglio non è sfuggito ai geni del marketing. Tutto ha inizio negli anni 20 del secolo scorso: il generale George Squires ha la brillante idea di inserire un sottofondo musicale all’interno di quelle innovative e infernali scatolette di metallo chiamate ascensori. La musica in qualche modo tranquillizzava le persone e ne riduceva lo stress mentre passavano da un piano all’altro. Solo negli anni 80 però, con Ronald E. Milliman, si inizia a studiare l’effetto che ha la musica sui clienti e soprattutto sulle vendite.
La musica infatti è senso di appartenenza, crea delle tribù di utenti e quindi targettizza la clientela. Dal punto di vista di un’attività commerciale, il sottofondo musicale gioca lo stesso ruolo che hanno gli aspetti visuali (colori, loghi, vetrine, ecc.) definendone la voce e suggerendo al cliente la vera natura del negozio e la sua proposta commerciale.
Secondo i ricercatori l’influenza della musica sulle vendite dipende da 3 aspetti:
- Tempo. Sembrerebbe abbastanza scontato, ma una musica rilassata e tranquilla spinge il cliente a rimanere più tempo all’interno dell’attività e quindi ad acquistare di più (più tempo si passa dentro un negozio più il carrello si riempie!). Invece un ritmo frenetico ci spinge a muoverci più velocemente e a uscire il prima possibile. Questo non è del tutto negativo. Pensa a un’attività commerciale già ben avviata e alla calca che si può venire a creare nel periodo dei saldi: più i clienti sono veloci nei lori acquisti, meno caos di persone si viene a creare all’interno del punto vendita e anche trovare un parcheggio sarà molto più facile.
- Volume. La musica alta riduce il tempo di permanenza all’interno di un negozio ma non influisce molto sul totale delle vendite. Inoltre sembrerebbe esserci una differenza tra i sessi: le donne percepiscono come ridotto il tempo passato all’interno di un negozio con la musica ad alto volume (ti dice niente Bershka?!).
- Genere. Come dicevo prima la musica targettizza la clientela e allo stesso tempo dice molto del nostro brand. La musica classica ci spinge ad acquisti più eleganti e tendenzialmente più costosi di quella pop e del country. Ci rivolgiamo a clienti giovani? La nostra playlist deve per forza essere super aggiornata. La musica natalizia ci fa invece essere tutti più buoni e nel clima di festa spendiamo di più.
Anche per i ristoranti e i bar il sottofondo musicale è molto importante.
La musica, coprendo le voci degli altri, crea un senso di privacy e questo migliora la nostra esperienza a tavola. Inoltre fa parte del “pacchetto”(cosa sarebbe un ristorante messicano senza il complessino mariachi?) e sembrerebbe anche avere un effetto sul gusto: la musica classica ben si abbina a una cucina raffinata mentre un ritmo più audace mette in risalto i sapori più particolari. Il volume però non deve essere talmente alto da coprire le voci e impedirci di parlare con la persona che abbiamo di fronte.
L’importanza della musica all’interno degli esercizi commerciali è tale che si sono venute a creare delle aziende (tra le più importanti c’è sicuramente ImageSound) che studiano il tuo brand e i tuoi clienti, selezionano la musica adatta al tuo negozio in base al periodo dell’anno o persino al momento della giornata, ti recapitano una bella playlist personalizzata e ti assicurano un aumento delle vendite.
La ricerca sta ora analizzando come i diversi generi musicali influiscono sull’umore e quindi sugli acquisti. Quello che è certo è che la musica migliore per un negozio è quella che non senti, ma che percepisci come un piacevole sottofondo.
La regola d’oro dice che il cliente deve riconoscere una canzone ogni 3!
Ci sono negozi o ristoranti in cui non metti più piede per via delle loro scelte musicali? Scrivicelo nei commenti!