Ciò che dici. Ciò che fai.

quello che dici

Scegli. O sarai scelto.
È la frase con cui ci siamo lasciati. E ripensandoci mi rendo conto che per imboccare la tua strada anche in questo caso serve un arguto criterio, serve attenta analisi, servono efficaci strumenti. Come in ogni occasione di questa vita, come in ogni situazione, come in ogni azione anche per programmare la neurologia tramite la linguistica necessiti di utensili del mestiere che ti permettano di fare il salto e andare oltre, di assaporare il nucleo, di sentire il profumo della svolta.

E ciò che fa sorridere, ciò che sorprende, ciò che ti fa dire “come ho fatto a non pensarci prima!” è proprio il fatto che quegli utensili, quegli strumenti, quei mezzi sono lì, davanti a te, tra le tue mani.

Sei il prodotto e il mezzo. Inizio e fine. Un po’ come il cubo di Rubik: trovata la strada, trovi la soluzione.

Bandler e Grinder modellarono grandi professionisti come Perls, Satir ed Erickson puntando l’attenzione su “una serie specifica di strumenti che sembravano impliciti nelle loro azioni”. Sono gli strumenti linguistici della comunicazione. Sono gli attrezzi del mestiere che provocano il cambiamento. Sono ciò che dici, ciò che fai.

Bandler e Grinder li definirono come giochi linguistici e relazionali, tecniche della comunicazione magica raccontata nella loro prima opera.

Ciò che mi colpisce continuamente è comprendere sempre più che siamo delle macchine innovative che hanno in dotazione anche il kit di sopravvivenza. C’è veramente tutto.
È tutto nelle tue tasche, il trucco è avere chiaro l’obiettivo e sapere dove cercare.

Ciò che dici. Ciò che fai.
Oggi ti invito proprio a riflettere sul primo spunto: ciò che dici. 

Come fai a raggiungere il tuo obiettivo usando solo ciò hai già nelle tue tasche?

Qualcuno una volta disse chiedi e ti sarà dato.
Arma luccicante, sciabola scintillante, matrioska sorprendente: è la domanda.

Strumento principe della comunicazione, necessario e indispensabile e –soprattutto– nato insieme a te.
Fare domande per arrivare alla specificità linguistica, per mettere in discussione mappe altrui, per chiarire, rappresentare, guidare. Fare domande per conoscere e aiutare l’altro a conoscersi. Per imparare e aiutare a definire.

Come? Quando? Dove? Chi?

Domande di scoperta e di approfondimento.

“Gli uomini si lasciano influenzare più dalle parole che dagli eventi della realtà circostante” ci insegna Ivan Pavlov.

E tu?

Beh tu puoi decidere di continuare a stupirti solo quando vedi un bel quadro di un grande artista perché incontra i tuoi gusti e ti suscita profonde emozioni oppure puoi iniziare a chiedere, domandare e lasciarti sorprendere dalla magia del linguaggio e decidere di usarla, prendere in mano la bacchetta e vedere ciò che accade.

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